Giudizio psicologico: prontuario contro le critiche

giudizio psicologico
Giudizio e critiche

Prima di criticare qualcuno, cammina per un miglio nelle sue scarpe.

Proverbio popolare

Nell’ultimo articolo ti ho parlato di cosa è l’autostima, di come aumentarla e di come mantenerla.

Oggi invece ti voglio parlare delle critiche ossia degli attacchi che può ricevere la tua autostima.

Non c’è nulla di più pericoloso di una critica o di una serie di critiche che quotidianamente possiamo ricevere e che mettono a dura prova le proprie sicurezze.

Le critiche possono arrivare sia dall’esterno sia dall’interno. Quelle che riceviamo dall’esterno sono le più comuni, ma non di rado siamo noi stessi a mettere in discussione il nostro valore. Oltre ad essere interiori od esteriori le critiche si possono dividere in critiche costruttive, che ci permettono di migliorarci, e critiche distruttive che, invece d’apportare un miglioramento, conducono all’annientamento dell’autostima o delle sicurezze che una persona ha.

Articoli correlati: Come migliorare la propria autostima L’importanza di un abbraccioPerché provo ansiaPerché mi sento in colpa. Senso di colpa ed ipnosi

Come reagisci di fronte ad una critica?

Difficile dire che le critiche non ci toccano e chi lo afferma sta mentendo. Le critiche non sono mai neutre, anche quelle che arrivano da persone a cui diamo poca importanza. Ogni critica che riceviamo sa bene come insinuarsi nella nostra mente e riemergere anche dopo ore, giorni o mesi. Sembra quasi che la nostra mente abbia bisogno di tenere la critica ricevuta. Non sappiamo il motivo ma, forse, le critiche ci servono perché vogliamo andare bene al maggior numero di persone ed essere perfetti per tutti ed in tutte le occasioni.

Di solito quando riceviamo una critica noi stessi l’amplifichiamo perché la critica va a colpire una nostra insicurezza. In questo caso anche se la critica voleva essere d’aiuto per migliorarci, siamo noi stessi a renderla debilitante perché trasferiamo in essa le nostre ansie e le nostre insicurezze. Un classico esempio di questo meccanismo, molto simile alla proiezione, è quando riceviamo un’osservazione o una vera e propria critica su un vestito o un paio di scarpe che indossiamo. Se non sono così sicuro di me stesso ed utilizzo la mia immagine per aumentare la mia sicurezza attraverso i vestiti o gli accessori alla moda, una critica al vestito che indosso non la percepirò come una critica per quello che indosso, ma come una critica a me stesso. Sono io che non vado bene, non il vestito.

In questi casi bisogna tenere ben presente quali sono le nostre insicurezze e non far combaciare la critica con esse. Bisogna tenere ben presente che le osservazioni che ci vengono rivolte non sempre vogliono colpirci o umiliarci ma in alcuni casi l’osservazione vuole fare luce su aspetti che ci sfuggono e la critica serve proprio a migliorarci.

Come reagire di fronte ad una critica?

Di solito quando riceviamo una critica la cosa più naturale è reagire con un’altra critica. Questo meccanismo lo impariamo fin da piccoli, ma mentre per i bambini questo meccanismo di difesa è adattivo, per l’adulto invece è deleterio.

Quando riceviamo una critica la cosa migliore è saper incassare; per capire la critica dobbiamo per prima cosa fermarci ed accettarla per poi comprenderla. Una critica deve essere sempre rielaborata prima di passare ad una qualsiasi reazione.

Non rispondete subito con altre critiche ma capite se il giudizio che avete ricevuto è vero e se lo potete utilizzare per migliorarvi. In questo caso dovete lavorare con il vostro orgoglio, mettendolo da parte per riuscire ad essere obiettivi. Ricordatevi che una buona critica ci migliora e non sempre è debilitante, basta saperla analizzare.

A cosa devo stare attento quando ricevo una critica?

Quando veniamo criticati bisogna anche capire da chi arriva la critica, se c’è del vero nella critica ricevuta e se si tratta di una critica costruttiva o fine a se stessa.

Se la persona che vi critica è sempre la stessa e lo fa con tutti avrete già capito che è una persona insicura, che non si piace e che usa criticare gli altri per non fare i conti con se stesso. In questo caso, la cosa migliore è non frequentare questa persona ma se non potete, perché è il vostro collega d’ufficio e ve lo trovate tutte le mattine al lavoro, il consiglio è di mantenere la consapevolezza dello stato di debolezza che sta vivendo questa persona. In questo modo le critiche avranno tutto un altro effetto perché perderanno d’efficacia.

Quando ricevete una critica vi dovete chiedere: come la posso utilizzare? Mi può aiutare oppure non mi serve a nulla? Se la risponda è la prima, cioè mi serve per migliorare, accettatela ed utilizzatela; se, invece, capisco che non mi serve a nulla lasciatela andare: ci sono molte altre cose a cui prestare attenzione.

Ricapitolando: quando riceviamo una critica la prima cosa da fare è non reagire con un’altra critica, capire da chi arriva e capire come può tornarmi utile.

Se tutto questo non vi basta vi lascio con le parole di un grande attore e non solo, per me, un grande della storia, Charlie Chaplin: «Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere così come sei! Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un’opera di teatro, ma non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca priva di applausi».