Una storia zen: l’altra faccia della medaglia

 

Una storia zen

Una storia zen: l’altra faccia della medaglia. In psicologia è normale pensare e vedere le cose nella loro complessità. In questo articolo racconto una storia zen di origine orientale che racconta in modo semplice come delle situazioni negative possono nascondere dei risvolti positivi e viceversa. La cultura orientale è ricca di insegnamenti e lo zen è una disciplina che attraverso delle semplici regole insegna come affrontare la quotidianità.

 Siamo arrivati alla settimana di ferragosto, settimana dedicata alle vacanze o al riposo, visto che in Italia tutto si ferma in questa settimana.

Per tutte quelle persone che sono così brave a lamentarsi, perché sono in vacanza e piove o fa troppo caldo, per quelli che invece non sono in vacanza per motivi lavorativi o familiari, questa storia della tradizione cinese potrà esservi utile.

Articoli correlati: Indecisione cronica

Il cavallo bianco

C’era una volta un vecchio contadino che abitava in un villaggio. Il vecchio contadino era molto povero, anche se aveva un bellissimo cavallo bianco invidiato da tutto il villaggio, ma soprattutto dal re. Il re aveva proposto d’acquistarlo pagandolo a peso d’oro, ma il vecchio non voleva venderlo.

I concittadini del vecchio lo deridevano e lo accusavano d’essere matto, perché poteva arricchirsi vendendo il cavallo. Il vecchio rispondeva “ Non posso venderlo, perché per me non è solo un cavallo è un amico, un compagno, un familiare;  come si può vendere un amico?”.

 

Una mattina il vecchio non trovò più il cavallo, la stalla era vuota. Senza preoccuparsi andò nei campi a lavorare. La gente del paese venuti a sapere che il cavallo bianco era scomparso, andarono dal vecchio. Lo accusarono d’essere sfortunato e anche stupido, perché poteva venderlo quando poteva, prima che qualcuno glielo rubasse. Il vecchio contadino ascoltò i giudizi e le critiche. Tranquillamente rispose. “Sfortuna? E chi può dirlo! Vuoi giudicate solo un aspetto della realtà. Ora possiamo solo dire che la stalla è vuota e non c’è il cavallo. Non possiamo dire se è una sfortuna o una fortuna, perché sarebbe dare un giudizio. Chissà cosa verrà dopo?”.

La gente si convinse ancora una volta che il vecchio contadino fosse completamente impazzito, tornarono a casa ridendo di lui e della sua sfortuna.

Dopo qualche giorno, il cavallo bianco ritornò con una dozzina di cavalli. Il vecchio non si sorprese, a differenza della gente del villaggio che appena saputa la notizia accorsero a vedere questo miracolo. Appena videro una mandria di cavalli stupendi con il cavallo bianco si scusarono con il vecchio e gli diedero ragione. Il vecchio guardandoli disse. “Miracolo! È chi può dirlo. Continuate a dare giudizi e a valutare solo una parte della realtà rendendo reale il tutto. Come potete leggere una sola parola e credere di conoscere il libro dov’è scritta?”

Le persone ritornarono a casa pensando alle parole del vecchio contadino, ma in fondo pensavano che si sbagliava e volevano averli loro i cavalli.

L’unico figlio del vecchio montando su uno dei nuovi cavalli cadde rompendosi una gamba. Il ragazzo rimase storpio per il resto della vita. Anche in questo caso le gente accorse dal vecchio dandogli ragione, ancora una volta. I dodici cavalli avevano portato una disgrazia e non come pensavano loro, ricchezza e benessere. Il vecchio dopo aver ascoltato i commenti della gente disse. “Siete ossessionati dal giudicare. Non sbilanciatevi tanto, limitatevi a dire che mio figlio si è rotto le gambe. Nessuno può sapere se è una sfortuna o una benedizione. La vita si manifesta in frammenti e non è mai dato di sapere di più”.

Dopo qualche tempo il re decise d’entrare in guerra contro uno stato confinante e tutti i maschi adulti vennero reclutati nell’esercito, tranne il figlio del vecchio che era rimasto storpio. Un’altra volta la gente si recò dal vecchio contadino piangendo e disperandosi, perché i propri figli erano stati reclutati nell’esercito. Piangevano perché sapevano già che molti non sarebbero tornati e invidiavano il vecchio perché il suo unico figlio sarebbe rimasto a casa. Il vecchio dopo aver ascoltato le lagnanze delle persone disse. “Andate avanti a giudicare senza sapere. Limitatevi a dire che i vostri figli sono stati costretti ad andare in guerra e il mio no. Ma solo Dio sa se si tratta di una sfortuna o di una benedizione”………

Come ben capisci la storia può continuare all’infinito….