L’insicurezza cronica e il dubbio patologico

Insicurezza patologica

Vi è mai capito di trovarvi a dover prendere una decisione e di sentirvi indecisi?

Penso proprio di sì! Nulla di grave.

Ci sono delle persone che non riescono mai a prendere delle decisioni, dalle più semplici alle più difficili. Queste persone vivono un’insicurezza radicata che non gli permette di viversi serenamente la vita.

I meccanismi che mantengono questo stato d’insicurezza sono: il sopravalutare eccessivamente gli altri e le difficoltà e/o sottovalutare smisuratamente se stessi e le proprie capacità. Queste due trappole favoriscono la terza trappola: rimandare in eterno la scelta.

L’insicuro sopravaluta gli altri e le difficoltà che potrà incontrare e allo stesso tempo si sottovaluta, non riconoscendo le proprie capacità. Questo schema viene appreso in tenera età, perché il soggetto è portato a sopravalutare le persone che ama e contemporaneamente si sottovaluta. Fin da piccoli sopravalutiamo i nostri genitori vedendoli come se fossero i migliori, gli unici, dei veri miti, basta leggere i temi dei bambini delle elementari per capirlo. Lo facciamo perché questo ci fa sentire al sicuro e idealmente tendiamo a quel modello. Se quel modello per qualche ragione ad un certo punto viene a mancare, il bambino si trova in uno stato di confusione e di insicurezza generalizzato che lo porterà a rimandare le scelte.

Il rimandare, a sua volta, porta una crescente disistima che confermerà una sensazione di impotenza e d’incapacità nella presa decisionali.

Una variante dell’insicuro patologico e il dubbioso patologico. Alla base di questa forma di disagio possiamo trovare la trappola mentale dell’illusione del ragionamento perfetto. Purtroppo, questa psicotrappola ha radici storiche lontane, da Aristotale a Galileo e successivamente l’Illuminismo hanno reso questo schema un modo comune di vedere ed interpretare la realtà. Si tratta dell’idea che se seguiamo un ragionamento che rispetti i criteri della logica razionale, questo ci permetterà d’affrontare le difficoltà della vita. Paul Watzlawick definì questo schema mentale con il termine “ipersoluzione  del razionalismo”.

Bisogna sempre ricordarsi che non esiste lo schema mentale giusto e nemmeno quello sbagliato, perché entrambi sono utili, bisogna solo utilizzarli nel giusto modo e nella giusta misura.

Articolo attinente: Psicopatologia e trappole mentali

La capacità di razionalizzare la realtà, utilizzando le scienze matematiche, ci ha aiutato a creare l’automobile e molte altre invenzioni, ma prova a spiegare ad un fobico che ha paura di prendere l’aereo è immotivata, perchè la percentuale di morti per incidenti aerei è molto inferiore a quella degli incidenti in auto. Lo sappiamo bene noi e lo sa anche il fobico che statisticamente è più sicuro l’aereo o il treno dell’auto.

Per superare le difficoltà che incontra l’indeciso cronico bisogna lavorare sull’autostima, ristrutturando un Sé fragile e insicuro. Invece per quanto riguarda il dubbioso patologico, che utilizza in modo massiccio il pensiero razionale, bisogna portarlo a mettersi in contatto con il proprio mondo emotivo e irrazionale.