Come affrontare un suicidio di un amico

Quando un amico sta male

Suicidio: a volte la vita ti mette di fronte a notizie che non sei pronto a ricevere, il suicidio di un amico. Qualche giorno fa ho ricevuto una telefonata da una persona cara che mi informava che un mio vecchio amico si era tolto la vita “suicidio”. Con questa persona avevo trascorso la mia infanzia, frequentato parte delle scuole elementari e giocato a basket per molti anni. Affrontare il suicidio di un amico o di una persona che conosci non è per nulla facile.

Non sentivo e non vedevo questo amico d’infanzia da molti anni, ma il ricordo che avevo di lui era di una persona solare, allegra e leggera, sempre con la battuta pronta. Ero venuto a conoscenza che si era separato ma nulla lasciava presagire il drammatico epilogo.

Molti anni fa avevo scritto un paio di articoli dove affrontavano lo stesso argomento dopo che una persona mi aveva chiesto come aiutare chi subisce un gesto così forte.

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Oggi, invece, ti voglio scrivere come aiutare chi ti è vicino e ti sembra giù di tono se non depresso. 

  • Cerca di capire come entrare in relazione. Le persone reagiscono nei modi più disparati alle situazioni che la vita gli pone davanti. C’è chi cerca aiuto, che si ritira e non vuole vedere nessuno, chi vorrebbe essere cercato forse perché troppo orgoglioso di chiedere aiuto. Di sicuro tutti noi abbiamo bisogno degli altri, anche e soprattutto chi non sembra averne bisogno. Se hai un amico o un familiare che sta soffrendo per una malattia o una separazione, cerca di capire come stargli vicino. Se è una persona che ha bisogno della vicinanza stalle vicino, se invece è una persona che ha bisogno dei propri spazi cerca di non invaderli. L’importante che non venga lasciato solo.

  • Non dare consigli ma impara ad ascoltare. Le persone non hanno quasi mai bisogno di consigli. Solo i bambini (che poi non ti ascoltano) devono essere consigliati. Gli adulti non devono essere consigliati ma ascoltati. Un adulto ha un grande bisogno di essere ascoltato. Ascoltare è un’arte. A volte mi accorgo che nella vita di tutti i giorni, quando sono fuori dal mio studio, quindi, anche dal mio ruolo di psicoterapeuta non sempre ascolto, cerco di parlare invece di ascoltare. Ascoltare in modo attivo (concentrato sull’interlocutore) non è così semplice, in un mondo sempre più autocentrato e narcisista.

  • Sii leggero e non banalizzare mai il vissuto altrui. Dovremmo imparare tutti ad essere più leggeri. Mi accorgo sempre più spesso che le persone appesantiscono il proprio vissuto quando, invece, dovrebbero alleggerirlo. Sembra quasi che si divertano a rendere gravoso quello che in realtà non lo è o non dovrebbe esserlo. Capire e, soprattutto, ricordarsi che siamo di passaggio sarebbe un buon esercizio mentale. Nel momento in cui realizzano di essere in costante trasformazione come le nuvole, molte cose ne acquistano anche la stessa consistenza. Se dovete aiutare qualcuno aiutatelo ad essere leggero nelle relazioni, nel lavoro ma, soprattutto, nella vita.

  • Sii costante nella vita di questa persona. Esserci oggi e poi scomparire non fa bene alla persona che soffre. Come dice il proverbio: “è la goccia che scava la pietra”. Non è importante passare un intero giorno assieme per poi non farsi più sentire. È molto meglio farsi sentire tutti i giorni anche con dei semplici sms. Sapere che c’è qualcuno è molto importante per chi sta male.

  • Invitare la persona a farsi seguire. Ci sono professionalità e persone formate all’ascolto ed all’aiuto. Di sicuro la mia categoria, purtroppo tacciata come quelli che seguono i matti, ma anche altre figure sono formate all’aiuto della persona. Non sempre l’amico è capace, disponibile e sa come aiutare una persona in difficoltà. Allora bisogna rivolgersi a chi ha studiato e si è formato a farlo. È molto importante essere aiutati nella vita. Bisognerebbe che le persone capissero che se hanno mal di denti vanno dal dentista, ma se hanno problemi emotivi dovrebbero andare da uno psicoterapeuta. Purtroppo questo non è ancora stato assimilato dalla società.

  • Aiuta la persona a crearsi un salvagente relazionale. Nessuno da solo può fare tutto. Allora è molto importante che la persona si crei pian piano un cordone relazionale fatto da più persone con ruoli e competenze diverse. Se una persona deve uscire da un momento difficile lo può fare più velocemente se troverà più persone accanto. Se non sai come aiutare il tuo familiare o il tuo amico poniti questo come obiettivo principale.

A Mauro che correva più velocemente di tutti noi sul parquet di una palestra e che ha deciso di correre da solo via da questa vita…..