Intelligenza emotiva. Come ti vivi le emozioni?

Viversi le emozioni

Intelligenza emotiva. Secondo la teoria dell’intelligenza emotiva, le persone si possono classificare in diverse categorie, in base a come percepiscono e gestiscono la propria vita emotiva.

Vi siete mai accorti come le persone reagisco in modi diversi di fronte allo steso avvenimento?

Ci sono persone che si agitano e iniziano a parlare e a muoversi, altre che si bloccano e sembrano pietrificate, altre ancora sembrano che la cosa non li riguardi.

Secondo questa teoria, la consapevolezza delle proprie emozioni è la competenza fondamentale sulla quale si basano tutte le altre.

Lo psicologo John Mayer dell’Università della New Hampshire ha fatto una distinzione in base alla quale le persone si dividono in: autoconsapevoli, sopraffatti o rassegnati dalle proprie emozioni.

Gli autoconsapevoli: le persone che rientrano in questa categoria sono gli individui con una buona consapevolezza, ma non solo. Queste persone sono consapevoli del proprio mondo emozionale nel momento stesso in cui questo si presenta. Sono persone sicure di se stesse, perché conoscono i propri limiti. Questa sicurezza rafforza la loro autostima e gli facilita una visione positiva delle vita. In questo caso la parola autoconsapevolezza non ha lo stesso significato che si trova nella terapia ACT. Nella terapia ACT il sé consapevole è quello che blocca che crea sofferenza, in questo caso invece questo sé è molto più simile al Sé che osserva.

I sopraffatti: come dice il nome queste persone si fanno schiacciare dalle proprie emozioni. Le emozioni vengono vissute come dei dittatori che si impossessano della psiche e del soma. Le persone che si fanno sopraffare dalle proprie emozioni non riescono a distaccarsene e vengono soggiogate ad esse. In questo caso anche questa teoria riprende i concetti della terapia ACT, del Sé che osserva, come strumento terapeutico funzionale al benessere psicologico.

I rassegnati: in questa categoria si possono trovare due tipi di soggetti. Entrambi hanno idee chiare sui propri sentimenti e di norma li accettano, senza volerli modificare. La differenza principale è nel tipo di sentimenti che si vivono. Possiamo trovare dei soggetti che vivo sentimenti positivi e per questo motivo non sono motivati a cambiarli, lo stesso soggetto però può anche viversi sentimenti negativi accettandoli senza volerli modificare. I rassegnati quindi adottano un atteggiamento di puro liberismo nei confronti delle proprie emozioni.