Resilienza, come credere in sé stessi

Credi in te stesso

RESILIENZA. Se hai letto l’articolo precedente, saprai già di cosa si parlerà oggi. Oggi andiamo a capire come facciamo ad allenare la resilienza personale. Per aumentare la resilienza devo imparare a portare l’attenzione su me stesso. Come scriveva Burroughs “un uomo può fallire molte volte, ma non diventa un fallito finché non comincia a dare la colpa a qualcun altro”.

Per migliorare la mia resilienza nei confronti delle avversità che mi stressano, devo imparare a mantenere il focus nel qui e ora e su me stesso. Mi devo convincere che io ho il controllo della situazione. Io posso apportare qualcosa di nuovo in me e fuori da me. Concetto teorizzato già nel 1966 da James Rotter con la teoria del locus of control (luogo del controllo).

Il controllo lo possiamo mantenere dentro a noi stessi o spostarlo fuori. La differenza però è fondamentale. Chi lo mantiene internamente, ritiene e agisce come se le cose dipendessero in massima parte da sé stesso. Chi lo sposta fuori pensa e crede che le cose succedano sentendosi impotente, perché non ha nessun controllo. Riuscire o fallire è una questione quasi totalmente individuale e dipende solo in minima parte dall’ambiente o dagli altri.

Le persone che tengono il locus of control esterno non fanno altro che deresponsabilizzarsi. E chi sono queste persone?

Facile a dirsi. Tutti quelli che continuano ad arricchire maghi, cartomanti e fattucchieri. Tutte quelle persone che credono o gli piace credere, che esista un’entità magica, mistica e occulta che possa influenzare le proprie scelte e di conseguenza la propria vita.

Anche chi si rovina con le slot machine lascia che la propria vita sia in balia dalla fortuna. Chi gioca in modo compulsivo spera che la fortuna, la famosa dea bendata, lo scovi e lo baci. Solo la fortuna potrà dargli una vita migliore, da solo non ci riesce.

Per spiegare quanto importante è avere la consapevolezza d’avere la padronanza della situazione, gli psicologi hanno fatto un esperimento.

Gli psicologi hanno preso due topolini da laboratorio e messi all’interno di una gabbia, divisa in due parti. Entrambi i settori della gabbia avevano il pavimento elettrificato.

Un solo topolino però aveva la possibilità toccando una leva, di interrompere la scossa elettrica per entrambi. L’altro topolino, non aveva questa possibilità, non avendo nessuna leva, che gli permettesse di arrestare la situazione stressante. Che cosa è succede dopo una settimana?

Il topolino che poteva arrestare la scarica era bello come il sole, pelo lucido, reattivo e in forma. L’altro topolino, anche se aveva ricevuto la stessa quantità di scosse elettriche, era uno straccio. Perdeva il pelo a ciuffi, aveva gli occhi rossi e una presenza di cortisolo elevatissima nel sangue. L’aumento del cortisolo nel sangue è direttamente proporzionale allo stress provato.

Il fattore stressante è stato identico per entrambi, ma chi credeva d’avere il controllo (la leva) se l’è vissuta molto meglio.

Nel prossimo articolo vedremo quali sono le leve che possiede l’essere umano, per gestire al meglio lo stress.